Gesù chiama: sii santo!

All’esortazione apostolica di Papa Francesco sulla chiamata alla Santità, anche la comunità del CMdG risponde con cinque serate in cui i fratelli si sono incontrati per riflettere insieme. Cinque capitoli attraverso i quali il Papa dipinge “l’affresco della Santità”,  ognuno con il proprio contributo prende parte alla composizione di questo disegno. Il Signore ci vuole Santi perché Egli è Santo.

Molte volte siamo tentati di pensare che la santità sia un privilegio per coloro che riescono a dedicare molto tempo alla preghiera, ma non è così, tutti siamo invitati a farlo vivendo la vita di tutti i giorni, nel luogo in cui ci troviamo e nella condizione in cui siamo (genitore, figlio, lavoratore, consacrato, ammalato), lasciando il segno della nostra testimonianza.

Occorre pensare che la nostra vita è una missione in cui ognuno è chiamato a realizzarla con semplicità, alla luce del Vangelo.

Più noi lasciamo crescere nel nostro cuore Cristo mediante l’azione dello Spirito Santo, più progrediamo in questo cammino di santità, e ci accorgiamo che nei piccoli gesti quotidiani la nostra vita si modella su quella Sua. La santità cresce quotidianamente anche attraversando momenti difficili e commettendo errori, ma consapevoli che il Signore porterà a compimento la Sua missione.

Per evitare di sbagliare strada tutta la comunità riflette sui due sottili nemici della santità ovvero lo gnosticismo e il pelagianesimo, antiche eresie risalenti ai primi secoli cristiani, eppure ancora molto attuali.

Lo gnosticismo induce l’uomo a crede di poter spiegare tutto con la ragione, tentando di governare il mistero di Dio rendendo vana la Sua grazia come un “dominatore” della trascendenza di Dio. Lo gnostico ritiene di avere già raggiunto la santità, credendo di avere compreso tuto con la sua intelligenza, dimentico che l’amore di Dio non si spiega, ma si vive.

Il pelagianesimo sostituisce l’intelligenza con la volontà, confida nelle forze, ignorando che nessuno è capace di ogni cosa e che non ci si salva da soli. Occorre ricordare che Dio ci invita a fare quello che possiamo e a chiedere umilmente a Lui quello che non è nelle nostre facoltà. La mancanza di umiltà non permette alla grazia di Dio di agire lasciando l’uomo nella convinzione che sono le sue  opere a garantirgli la santità e non l’amore misericordioso del Padre. Urge lasciarsi condurre dallo Spirito Santo sulla via dell’amore verso Dio e verso i fratelli.

Andando avanti nelle serate il CMdG si ferma a riflettere sul terzo capitolo, quello in cui Papa Francesco delinea le caratteristiche del cristiano e lo fa attraverso il discorso delle Beatitudini, una serata trascorsa facendo esperienza di come percorrendo la via della santità ci si allontana da tutto ciò che il mondo offre. Un percorso che lascia alle spalle cuori vuoti, appesantiti da ogni forma di ricchezza materiale, dal giudizio, dalla mancanza di accoglienza dei limiti altrui, dal desiderare le cose effimere del mondo, dalla corruzione, dal potere, dall’amore misurato, dalle guerre, dalle vanità, dalle calunnie. E progredendo su questo cammino le Beatitudini appaiono come un libretto di istruzioni per la vera felicità.

Giunti al quarto capitolo e guardando sempre avanti ci si rende conto di come bisogna rimanere sempre saldi a Dio che rappresenta la vera fonte di pazienza, fedeltà, pace, costanza nel bene,

sostegno nelle contrarietà. Risuona forte il concetto di umiltà, senza, non c’è santità, essa porta ad assomigliare sempre più a Dio che è venuto a dirigere i nostri passi sulla via della pace. Il santo non è una persona triste, ma realisticamente gioiosa, piena di spirito positivo e speranza, nonostante i tempi della croce, una serenità incomprensibile per il mondo, resa possibile dall’audacia e dal fervore, lo stesso coraggio che lo Spirito Santo ha suscitato negli apostoli nel gettare le reti e spingersi oltre i confini sicuri per annunciare il Vangelo. La santificazione è un cammino comunitario, la comunità è quel luogo in cui si sperimenta la presenza del Signore. Tutta la comunità del CMdG  in un clima di preghiera e con lo spirito orante si inginocchia ai piedi di Gesù in un intimo rapporto con Lui in un silenzio in cui è possibile discernere,  intercedere, fare memoria e vivere insieme il comandamento dell’amore.

Giunti all’ultimo capitolo si elaborano concetti quali combattimento, vigilanza e discernimento consapevoli di

essere figli di un Re vittorioso e che il cammino verso la santità è una lotta costante contro ogni tentazione del  diavolo, ma avendo a disposizione potenti armi quali la preghiera, la Messa, L’Adorazione Eucaristica, il Sacramento della Riconciliazione, le opere di carità la vita comunitaria, le missioni. Esortati a vegliare, a tenere sempre le lampade accese, a non rimanere sprovvisti di olio, ad astenersi da ogni sorta di male. Esercitare continuamente un corretto discernimento, per non incorrere nella corruzione spirituale e per comprendere ciò che viene dallo Spirito da ciò che potrebbe rappresentare un insidia per il cammino. Il discernimento per proseguire sulla via della luce, è un dono che Dio che ci permette di comprendere anche quale missione ci è stata affidate nel Battesimo.

Educhiamoci alla pazienza del Signore e ai suoi tempi che non sono mai i nostri e avanziamo insieme e senza indugio su questo cammino di santità.

Grazia Locantore