Un “Triduo evangelizzante”

Nel cuore della Quaresima, il 23 marzo, la Chiesa di Bologna,  stretta intorno al suo arcivescovo, mons. Zuppi si mette in marcia in una “preghiera itinerante tra le pietre scartate della città”.

Promossa dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XII con la collaborazione di altre associazioni e movimenti ecclesiastici cittadini, ciascuno con un mandato preciso. Il Rinnovamento nello Spirito Santo  ha curato l’animazione  dei canti che hanno ravvivato tutto il percorso.

Una marcia tra le vie della città, avente un unico filo conduttore: gli ultimi, i poveri, le periferie esistenziali, tanto care a Papa Francesco. Il venerdì precedente al Venerdì Santo, in cui si celebra la passione e morte di Gesù Cristo, si svolge il progetto intitolato “Dio cammina con il passo dei poveri“. Suddiviso in quattro tappe, s’inizia dal Policlinico S’Orsola-Malpighi, dove quotidianamente viene negato a molti bambini il diritto di nascere, provocando nelle madri una ferita che le segnerà per la vita. Si prosegue in piazza Verdi dove si incontrano le vittime di varie forme di dipendenza: alcool, droga, gioco d’azzardo. La terza tappa prevede la sosta in piazza di Porta Ravegnana, dove sono state ricordate le varie forme di schiavitù in particolare sesso e denaro. Poi si prosegue per Piazza Nettuno dove vengono affidati nella preghiera tutti coloro che in città hanno ruoli politici ed amministrativi e si occupano in particolare dei diritti umani.  In ogni tappa grazie a varie testimonianze si è data voce all’azione di Dio in ognuna di queste situazioni, che ristabilisce sempre l’originaria dignità di figli amati. A conclusione del percorso, sotto la luce delle fiaccole l’Arcivescovo impartisce la benedizione sui presenti.

Il “triduo” prosegue sabato 24 marzo con il consueto appuntamento della benedizione dei rami di ulivo per celebrare  l’entrata di Gesù a Gerusalemme con  la processione verso la Basilica di S. Petronio per la veglia di preghiera con i giovani vista la ricorrenza della Giornata mondiale della Gioventù.

Anche quest’anno l’evento si è svolto nella cornice di piazza S. Francesco dove sin dal pomeriggio strumenti e voci della corale diocesana del Rinnovamento nello Spirito si è preparata ad animare la folla in attesa dell’arrivo di mons. Zuppi. Canti e balli e flash mob hanno allietato il momento; le parole dell’Arcivescovo sono risuonate nella piazza ricordando che la Pasqua è il cuore della vita cristiana. I presenti sono stati inviati ad entrare con Gesù nella Città Santa, aprendo gli occhi verso coloro che incrociamo nel cammino, esortati a chiedere la grazia di seguire Dio sino alla croce, simbolo di un amore senza fine, per essere partecipi della Sua Resurrezione.

Il terzo appuntamento della corale diocesana è datato 26 Marzo ed è rivolto al mondo dello sport, in particolare alle squadre della Fortitudo Pallacanestro Bologna, invitate da Don Massimo Vacchetti, direttore dell’ufficio della Pastorale dello Sport, a partecipare insieme alla celebrazione Eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Zuppi. Con la speranza di consegnare al Signore quei cinque pani e due pesci che Lui userà per sfamare una moltitudine immensa, i fratelli hanno così offerto il loro servizio per l’evangelizzazione, grati al Signore per le chiamate che rivolge a tutti coloro che hanno deciso di essere alla Sua sequela:  «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini» (Matteo 4,18-22)

Grazia Locantore

Il SI che ravviva la fiamma

Il 27 Gennaio 2018 nella comunità del RnS del Cuore Misericordioso di Gesù, sotto lo sguardo benedicente del Padre, ha avuto inizio il Seminario di Vita Nuova nello Spirito. Il SI di nuovi fratelli ha aperto la strada verso la Vita Nuova e una rinnovata effusione dello Spirito Santo. Di sabato in sabato si sono susseguiti gli annunci, facendo esperienza dell’amore di Dio, meditando sul peccato e conversione,  aumentando la consapevolezza che Gesù è l’unico Salvatore e Signore della nostra vita,  facendo memoria dello Spirito Santo ricevuto il giorno del Battesimo e ammettendo di essere gli artefici degli impedimenti alla Sua opera nella nostra esistenza. Si sono illuminati gli occhi con il colori dei carismi, necessari poi a colorare tutta la Chiesa e passo dopo passo si va verso il momento clou. La sera di venerdì 16 marzo tutta la comunità si è stretta intorno a Gesù Eucarestia per un momento penitenziale e aiutati dalla paterna guida di Padre Roberto Viglino ciascuno dei presenti ha scelto di lasciare a Dio quei pesi che induriscono il cuore,  per farsi avvolgere dalla misericordia del Padre Buono che trasforma la consistenza del cuore, da “pietra a carne”.

Ed ecco il gran giorno, sabato 17 marzo in cui i sei amati fratelli ricevono la preghiera per una rinnovata Effusione dello Spirito Santo. I preparativi iniziano sin dal mattino,  tutta la comunità in comunione prega per gli eventi della giornata ponendo il tutto sotto l’azione dello Spirito. Accogliendosi nella gioia di un clima festoso ci si appresta ad ascoltare le parole che Don Fabrizio Peli (Consigliere regionale RNS per l’Emilia Romagna) ha riservato a questo momento.

Don Fabrizio afferma che l’effusione dello Spirito è l’adempimento della promessa  che il Signore fa nel momento in cui  aprendo il rotolo di Isaia legge le parole al capitolo 6, 1-3 continua sostenendo che dopo aver ricevuto l’effusione accade in ognuno quello che accadde a Pietro a Pentecoste ovvero riuscire a comprendere,  a non aver più paura della Croce,  a parlare con chiarezza in quanto ispirati dallo Spirito ricevendo quella Sapienza che non si impara a scuola,  ma derivante dallo Spirito e che credendo si è in grado di compiere cose anche più grandi di quelle che ha compiuto Lui stesso,  ribadisce che lo Spirito Santo stravolge tutti i piani umani e che il Suo agire dona tutto ciò che è necessario al cuore,  rendendo possibile quello che umanamente non lo è. Don Fabrizio prosegue sostenendo che l’effusione non è fine a noi stessi ,  ma la definisce “fiamma che si propaga” suscitando stupore,  rinunce e alle volte anche contrasti,  esorta all’umiltà per permettere alla Potenza di Dio di operare,  a non sentirsi arrivati, a non aver timore di non riuscire a comprendere dove lo Spirito vuole condurre, occorre essere docili alla sua azione. Lo Spirito Santo è concesso a tutti coloro che lo invocano nessuno escluso a patto che ne si abbia desiderio. Il Signore vuole attrarre tutti a se facendoci suoi collaboratori affinché anche altri possano giungere a Lui, Don Fabrizio utilizza l’affermazione “Io sono presente  in te e attraverso te voglio che gli altri giungano a Me”. Nessuno deve sentirsi indegno di invocare lo Spirito, piuttosto la vita vecchia e il peccato possono essere strumenti utilizzati a testimonianza del fatto che lo Spirito è per tutti in qualsiasi condizione e che pieni di Spirito si può chiedere qualsiasi cosa. Occorre che diventi il nostro stile di vita in quanto facendone continuamente esperienza possiamo diventare sempre più annunciatori autentici.

A seguito della meditazione si vive la Celebrazione Eucaristica al termine un frugale pranzo e nel primo pomeriggio si torna a lavoro,  vengono disposti in Chiesa i cenacoli aperti che accoglieranno gli effusionandi per ricevere la preghiera,  davanti a Gesù Eucaristia i presenti stabiliscono un clima di adorazione e terminato questo momento. . . . Pentecoste sia!!!Al termine di tanta grazia ricevuta, orecchie aperte alle loro testimonianze e con i cuori colmi di gratitudine. . . abbiano inizio i festeggiamenti.

Grazia Locantore

Il cuore esulta d’amor, è Natale ancor!

Anche quest’anno non è mancato un appuntamento si rinnova da tempo: la tradizionale Cena di Auguri del CMdG. Tra i presenti, ospiti graditi i nuovi fratelli che da poco hanno iniziato a frequentare la comunità. La festa ha avuto inizio già nel primo pomeriggio con la Preghiera Comunitaria Carismatica che come sempre favorisce l’apertura dei cuori alla dolce azione dello Spirito Santo, al termine della quale sono stati presentati alla comunità i fratelli che hanno accolto la proposta di partecipare al Cammino di Vita Nuova. Ciascuno di loro, chiamato per nome, ha dato il proprio SI segnado il nome accanto a quello di Gesù che da sempre si fa per ogni uomo compagno di cammino.

Ne è seguito un breve incontro riservato a loro in cui alcuni  fratelli “anziani” hanno raccontano la storia del movimento Rinnovamento nello Spirito e dato testimonianza di come l’incontro con Gesù e l’esperienza di Pentecoste ha trasformato le loro vite.

Nel contempo il resto della comunità è stata chiamata a riflettere sul tema: «L’effusione dello Spirito, la dimensione permanente della Pentecoste nella vita personale, familiare, comunitaria, ecclesiale e sociale» per fare memoria di come la preghiera di effusione deve suscitare una rigenerazione continua dell’intera vita, una rinascita nel “grembo paterno” essere l’evento in cui lo Spirito Santo arriva e agisce portando verso nuovi orizzonti, cambiando i cuori  e creando un movimento che fa arrivare e al tempo stesso andare avanti.

Per vivere quotidianamente la Pentecoste, occorre avere il coraggio e il desiderio di proseguire nel cammino di santità, ovvero nella docilità a Cristo sotto l’azione dello Spirito, accogliendo il Vangelo tutti i giorni, lasciandosi coinvolgere dai progetti di Dio che spesso sconvolgendo i nostri piani. È necessario essere umili mettendosi in discussione e rimanendo nella verità con la certezza di avere un Padre dalle braccia larghe che cerca uomini vecchi da rinnovare e peccatori da salvare.

Tutti insieme poi ci si pone difronte a un “muro” da abbattere. Un muro di paura, orgoglio, pigrizia, peccati, malattie, problemi familiari, al di là del quale ognuno dei presente ha deciso di lanciare il proprio cuore.

È giunta l’ora di sedersi a tavola e gustare le prelibatezze preparate per la grande festa di Natale. In alto i calici per il brindisi comunitario, con musiche natalizie in sottofondo, risate, abbracci, auguri.

A concludere la serata “la pesca degli Asinelli” tanti biglietto da estrarre per ricevere ricchi premi, preparati e distribuiti dai più piccini.

Si torna a casa  con i cuori arricchiti dagli eventi di questa giornata ci si dà appuntamento al nuovo anno.

Buone Feste dal Cmdg!

Grazia Locantore

Mission Possible: Operazione Scaldacuore!

Con la gioia nel cuore al rientro dalla 41° Conferenza Nazionale Animatori RnS, esortati ad essere comunità carismatiche e al contempo missionarie, sulla spinta continua di papa Francesco a essere Chiesa in uscita, arrivando a toccare le periferie esistenziali, la comunità del CMdG  insieme alla comunità Magnificat  Dominum e ai giovani dei gruppi RnS della diocesi di Bologna, domenica 17 Dicembre hanno realizzato la missione “Scaldacuore”  rivolta ai clochard che risiedono abitualmente nella Stazione Centrale dei treni. A loro è  stato chiesto di “metterci il cuore a scaldarlo ci avrebbe pensato Gesù”, Lui il vero calore offerto a tutti loro che avrebbero varcato la soglia della cappella sita in stazione, Lui pronto ad incontrarli, ascoltarli, parlargli, ma semplicemente a guardarli con la sua tenerezza nel silenzio dell’ostensorio. I giorni antecedenti la missione sono trascorsi nella preghiera, sotto l’opera dello Spirto Santo, con la guida delle parole che Gesù ha riservato alla realizzazione di questo Suo progetto. I lavori sono iniziati con la raccolta di sciarpe, più di 120 ne vengono donate, impacchettate e sigillate  con il francobollo di Gesù accuratamente preparato dai piccoli della comunità del CMdG gli Asinelli di Gesù, pronte per essere consegnate. Si continua con l’allestimento della cappella, la preparazione di thè caldo, accordando cuori, voci e chitarre, un unico motto “non è mai troppo freddo se vicino hai chi ti scalda il cuore, vieni a fare un incontro speciale e a riscaldarti un pò”.

Sotto l’azione dello Spirito Santo le piccole squadre sono poi andate ai crocicchi delle strade e ogni angolo della stazione e dintorni alla ricerca dei bisognosi di calore umano e DIVINO. Quante povertà incontrate, quanti stenti, quante necessità che andavano oltre una sciarpa e del the caldo, ma con la certezza nel cuore che il loro SI a quell’incontro speciale avrebbe fatto breccia nei cuori. Quanta gioia nell’asciugare una lacrima, nel pregare per e con loro, nel ricevere un grazie, un abbraccio, un sorriso,  abbattendo i muri della diversità riconoscendosi figli dello stesso Padre, un cuor solo e un’anima sola con quei fratelli che anche se meno fortunati di noi hanno condiviso solo per un attimo il nostro unico grande bene, la nostra unica grande ricchezza: Gesù vivo e vero

Grazie Gesù per averci chiamati a seguirti facendoci pescatori di uomini!

Grazia Locantore

Welcome New Life

Un intenso momento di preghiera inaugura la giornata in cui tutti i gruppi e le comunità RNS dell’Emilia Romagna si ritrovano per vivere insieme la 17° Convocazione Regionale dal tema “Rigenerati dallo Spirito per far correre la Grazia”(cfr. Tito 3, 5). All’incontro è prevista la partecipazione di M. Landi,  coordinatore nazionale e dell’Arcivescovo mons. Zuppi per la celebrazione eucaristica. Un’esortazione a far morire le opere della carne, ad abbandonare la vita senza senso per vivere una esistenza feconda, concetto che si distingue da quello di fertilità strettamente legato alla vita fisica. È questo a cui siamo chiamati, nonostante le difficoltà e le sofferenze a dare vita. Così come si recita nel Credo “È Signore e da la vita”. È necessario scorgere la maternità di Dio, capace di generare amore, misericordia, tenerezza. Papa Francesco a Roma per il Giubileo ci ha ricordato che l’avvenuta dello Spirito Santo trasforma uomini paurosi, chiusi in uomini forti e coraggiosi. I nostri volti, il nostro agire devono essere lo specchio dei frutti dell’opera dello Spirito Santo, ovvero la gioia, il giubilo. Il tratto fondamentale del RnS è rappresentato dalla vita trasformata per una rinnovata effusione dello Spirito. Gesù chiama alla vita nello Spirito che va oltre il concetto di culto ovvero legato a riti e luoghi. Il buon cristiano è colui che apporta un cambiamento, rendendo la propria vita una continua preghiera, un cambiamento che seppur sotto la nostra volontà è reso possibile dall’azione dello Spirito Santo, non c’è limite di età al cambiamento, non siamo chiamati alla rassegnazione, ma alla speranza. Lo Spirito Santo permette di fare memoria della bontà di Dio e di tutto ciò che Egli ha già fatto per noi, le nostre imperfezioni, fragilità vengono superate dalla Sua opera. Dio come l’innamorato in una dichiarazione alla sua amata s’inginocchia e dichiara di aver bisogno di noi, di volerci amare, e di volere in dono la nostra vita per riempirla di Lui. E’ giunto il momento della S. Messa e delle parole che l’Arcivescovo ha riservato ai presenti “Tutto posso in Colui che mi dà forza” sono state le parole con le quali ha introdotto l’omelia, anche lui rafforza i concetti argomentati nel corso della mattinata dal coordinatore Landi, forte è il suo sostenere che più l’uomo si fa riempire della grazia di Dio e più è capace di tutto sbarazzandosi del suo stato di onnipotenza che lo rende schiavo e servo del male, permettendogli di voler bene e andare incontro all’altro. L’uomo ha la responsabilità di portare l’amore dove non c’è.  Mons. Zuppi afferma che vivere l’Eucarestia è partecipare al banchetto del Re, un invito da parte Sua a partecipare in anticipo al banchetto futuro che Egli stesso ha previsto per noi, nessuno escluso, un invito a nutrirsi del Suo corpo  e a gioire della Sua stessa gioia. Al termine un momento di pausa all’aria aperta per consumare il frugale pranzo per poi ricominciare nel pomeriggio un ricco momento in cui una “staffetta” di testimonianze di vita rinnovata e preghiere  ha visto come unico vincitore lo Spirito Santo con la sua opera e i suoi frutti.

Grazie Gesù per averci donato l’abito della gioia che indossiamo per correre e percorrere i km della Tua grazia!

Grazia Locantore

Io taglio, Gesù ricuce

Alla stessa stregua della prima comunità cristiana anche il gruppo del CMdG è assiduo nell’insegnamento e nell’unione fraterna. Nel pomeriggio del 28 ottobre vive un momento formativo dal tema “La fraternità ferita dalla croce di Cristo alla riconciliazione fraterna”. Ad introdurre l’argomento un riferimento al libro “Il piccolo principe” in cui si narra dell’importanza di ripulire la terra del piccolo pianeta dai pericolosi germogli dei Babobab, conseguente è il rimando alla Sacra Scrittura nella quale contrariamente a quanto ci si aspetterebbe si leggono numerosi episodi di fraternità ferita come Caino e Abele, Giacobbe ed Esau, la storia di Re Davide. Anche sfogliando le pagine del Nuovo Testamento si scorgono storie simili, dalla parabola del Figliol Prodigo dove il fratello maggiore non accetta che il padre riaccoglie il figlio scapestrato, a Pietro e Giuda che tradiscono Gesù, e dopo la resurrezione gli apostoli Pietro e Paolo che discutono per visioni contrastati. Da ciò si evince che la Bibbia parla dell’uomo nella sua interezza, delle luci e delle ombre. Ma perché accade tutto ciò nel cuore di questi protagonisti e anche nel nostro quando ci troviamo in situazioni analoghe? Il motivo è che ciascuno vuole essere considerato “il figlio prediletto”, ognuno ha il bisogno di essere amato in modo unico, perché nel cuore di ciascuno di noi c’è impresso il sigillo di essere “figli unici”, chiamati per nome e amati in maniera esclusiva. A volte però non ne abbiamo la percezione, anzi abbiamo la percezione contraria di essere “scartati”, “meno amati”, ecco allora che l’invidia fa nascere dentro di noi il Caino, la nostra componente “omicida” facendoci considerare il prossimo come nemico, lasciandoci sprofondare nella condizione di servo, in tutti i contesti della vita: la famiglia, la comunità, il lavoro, vissuti in questa ottica diventano un inferno. Com’è possibile allora vivere in comunione? Innanzi tutto contrariamente a quello che si pensa, vivere in comunione non è pensarla allo stesso modo, non litigare, indossare divise, ma farsi guarire la ferita di Caino, decidere di consegnarla a Gesù. Comunione significa sentirsi la persona giusta, nel posto giusto, al momento giusto, di norma se va bene riusciamo a far realizzare al massimo uno di questi tre eventi

Occorre farsi toccare dalla grazia di Dio per ribaltare queste errate convinzioni, riconoscere Gesù come il Signore della nostra vita. Quotidianamente siamo chiamati a rinnovare la scelta sulla sua Signoria, ogni giorno occorre rimuovere i germogli di baobab (rabbia, rancore, invidia) altrimenti in breve soffocheranno il nostro cuore e non saremo più in grado di amare e fare progetti positivi. Solo Gesù è in grado di rendere l’uomo capace di amare consegnando a Lui il nostro dolore per trasformarlo. L’imprevisto Dio introduce nella storia della salvezza, dopo il peccato originale, è il perdono, che scardina la nostra struttura chiusa di Caino. Imparare ad amare come ama Gesù, di un “amore fallito” che lo ha porta ad amare fino al sacrificio estremo. Amare Lui attraverso il fratello che è ciò che lo ricorda di più, la sua stessa carne. Abbracciando il fratello s’incontra Dio. Ciò che ci rende fratelli è avere un unico Padre. Il papa ci esorta a uscire da noi stessi per andare incontro al fratello, anche quando questo ci sembra “scomodo”. Per fare ciò occorre accogliere il perdono e ricambiare con amore. Questo richiede una nostra decisione, dobbiamo scegliere, in questo sta la nostra dignità di figli: il libero arbitrio! Scegliere di avere un Padre, scegliere di amare, scegliere di perdonarsi e perdonare. È così che grazie a Gesù da servi siamo resi amici. È così che anche Caino ha la sua giustizia che è la misericordia.

Dopo la teoria si passa alla pratica, un telo di iuta in cui ogni filo è intrecciato ad altri, rappresenta la comunità con ciascuno degli aderenti, su cui i presenti praticano numerosi volendo umilmente ammettere di essere stati artefici di ferite date e ricevute. Dopo la grazia di Gesù, rappresentata dal filo di lana dello stesso colore del suo sangue ricuce ogni lacerazioni.

Con cuore pieno di gratitudine, imbracciando chitarre, rischiarando la voce si va tutti in chiesa per animare la Celebrazione Eucaristica. Al termine non è mancato il momento di festa. Si sa gli anni passano per tutti e i fratelli del CMdG non fanno eccezione, inevitabile è ringraziare il Signore per il dono della loro vita e ognuno ha visto illuminare la propria stella, ognuno ha visto scritto il proprio nome nel cuore di tutti i fratelli ognuno si è riconosciuto tra le rime lette nelle righe.

È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa cosi importante

Gesù è il Signore alleluia!

Grazia Locantore

Benvenuto a Bologna papa Francesco

Dopo tanti ferventi preparativi è finalmente arrivato il grande giorno, il 1 ottobre Papa Francesco ha visitato Bologna. Un itinerario intenso che è iniziato all’Hub (centro di accoglienza migranti) di via Mattei. Ai presenti papa Bergoglio ha ricordato che quel luogo è un punto di approdo a cui tanti sono giungi da lontano e con fatica. Le loro storie e le loro vite spesso incutono paura e giudizio, ma con la misericordia di Dio l’altro non rimane un estraneo o un nemico, ma diventa prossimo. Ha ringraziato poi le istituzioni e i volontari che si prendono cura degli ospiti, l’altro è un dono da accogliere e aiutare e ogni storia è storia sacra. Gli occhi,  i cuore e i volti che ha incontrato resteranno vivi nel suo ricordo. A questi «lottatori di speranza» in ultimo ha raccomandato rimanere aperti alla cultura e alle leggi del paese che li accoglie e al reciproco aiuto affinché i 5 pani e 2 pesci donati possano saziare tutti con l’intervento della Provvidenza.

A bordo della papamobile il Papa si è spostato per le vie della città e lungo la strada tanti fedeli hanno atteso il suo passaggio per poterlo salutare. Nella Grande Piazza cittadina, colma di persone, è  stato recitato l’Angelus. Lì papa Francesco ha rivolto le sue parole al mondo del lavoro e a quello della disoccupazione. Ha esortato ad abbandonare la legge del profitto finanziario e all’ impegno nella ricerca di soluzioni stabili per rispondere alle necessità dei singoli e delle famiglie. La crisi economica è anche etica e spirituale a causa del tradimento del bene comune. Ha poi rievocato l’immagine di san Petronio con la città sulle sue mani in cui si evincono il comune, la chiesa e l’università. Il dialogo tra queste elementi fondanti della città permette di rafforzare il prezioso umanesimo e di vincere le paure le sfide. Nelle mani del Signore e della Beata Vergine di San Luca tanto amata dai bolognesi in fine ha affidato ansie e preoccupazioni.

Ancora un momento dedicato agli ultimi. Papa Francesco in San Petronio ha condiviso il pranzo con i poveri, detenuti, rifugiati, anziani e ha ricordato loro che la chiesa è di tutti e tutti siamo invitati in virtù della Grazia. Parlando della «strana la matematica di Dio: in cui si moltiplica solo se si divide» ha ricordato che la carità non è mai a senso unico e tutti donano e ricevono qualcosa. L’incontro si è concluso con il Padre Nostro che ha definito la preghiera dei poveri, in essa tutti riconosciamo la necessità di superare l’egoismo e accedere alla gioia dell’accoglienza. Gli incontri di Papa Francesco continuano senza sosta,  nel primo pomeriggio ha incontrato il clero. Con loro papa Francesco ha usato il metodo della spontaneità invitando i presenti a fare domande a cui dedica risposte lunghe ed esaustive. «La vita consacrata è uno schiaffo alla mondanità» ha affermato esortando i presenti ad andare avanti e a rimanere in mezzo al popolo.

In San Domenico il pontefice ha incontrato il mondo universitario della città. «Bologna è chiamata la dotta, ma non saccente» ha ricordato, per i suoi mille anni di laboratorio dell’umanesimo che hanno plasmato la città, l’università ha reso Bologna una città aperta,  sin dai tempi più remoti Bologna ha spinto gli studenti attorno al maestro seguendo due ideali, uno verticale ovvero elevare l’animo con il desiderio di conoscenza e l’altro orizzontale ovvero la conoscenza che va fatta insieme stimolando gli interessi comuni senza paura di includere. Anche san Domenico fu stupito e incuriosito dalla vitalità di Bologna  e dei numerosi studenti che vi accorrevano rispondendo al loro bisogno di sapere. A loro papa Francesco parla di TRE diritti. Il primo è quello alla cultura inteso tutela della sapienza umana e umanizzante per evitare condizionamenti banali ed effimeri che spingono verso il successo a basso costo. Lo studio serve a porsi domande senza anestetizzarsi nella banalità, ma cercando il senso della vita, rispondendo con scelte dinamiche e forti.  Il secondo diritto è quello alla speranza, a non essere invasi dalla paura e dall’odio occorre dare spazio alla cronaca bianca spesso taciuta  rispetto a quella nera solo perché fa più notizia, è necessario crescere liberi dalle paure del futuro in quanto esistono realtà belle e durature. Le aule dell’università devono trasformarsi in cantieri di speranza e officine dove si lavora ad un futuro migliore e responsabile. Il terzo diritto è quello alla pace, diritto e dovere iscritto nel cuore dell’umanità in quanto l’unità deve prevalere sul conflitto, occorre essere consapevoli che le guerre sono stragi inutili, non basta essere neutrali alla pace, ci si deve schierare con essa ripudiando la guerra. Conclude rivolgendo parole di incoraggiamento a lottare per tutto ciò che si desidera a non accontentarsi di piccoli sogni, ma di «sognare in grande, perché i sogni veri si fanno ad occhi aperti e si portano avanti alla luce del sole».

Ultimo ma non meno importante è l’appuntamento allo stadio Dall’Ara per la celebrazione Eucaristica. Lo stadio trasformato in una cattedrale all’aperto. La Parola di questa domenica, definita dal pontefice viva e tagliente, porta alla luce i segreti del cuore, Gesù ci provoca con la parabola dei due figli. Il primo, quello pigro che si lascia raggiungere dall’invito del padre e si desta dalla condizione di pigrizia, mentre l’altro l’ipocrita  il quale nonostante a parole accolga la chiamata, la lascia cadere smentendo il dire con il fare e adottando la tecnica della doppiezza della vita. Il Santo Padre ricorda che la vita cristiana non è decisa a tavolino, chiede apertura all’umiltà, al pentimento, riconoscendo le proprie povertà e trasformando i no a Dio in SI e i si al peccato in NO.

Conclude consegnando ai presenti la custodia di “tre P” ovvero la Parola che discerne i pensieri del cuore ed è la bussola con cui camminare per non perdere la strada di Dio e cadere nella mondanità. Il Pane Eucaristico il corpo di Cristo condiviso da gente peccatrice e bisognosa che si sente  amata e desidera amare. Ed infine i Poveri non solo di beni materiali, ma di affetto, i soli, i poveri di Dio, in tutti loro troviamo Gesù che svuotò se stesso per farsi servo di tutti.

Dopo aver ricevuto la benedizione con gran sventolio di bandiere la folla saluta Papa Francesco e fa ritorno a casa stringendo il Vangelo ricevuto omaggio come ricordo di questa meravigliosa giornata.

Grazie Francesco per essere stato qui, non ci dimenticheremo di pregare per te!

Grazia Locantore

 

Si riparte tutti insieme con Gesù!

Al rientro dalla pausa estiva, dopo aver rinfrancato il corpo e lo spirito, nel tardo pomeriggio del 2 settembre presso la parrocchia dei SS. Monica e Agostino, più di 130 fratelli provenienti da tutti i gruppi del RnS della diocesi di Bologna si ritrovano insieme per vivere un momento di fraternità, convocati dalla Parola dell’evangelista Marco: «Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano».  (Mc  16, 20),

Sin dal mattino i fratelli del gruppo Cuore Misericordioso di Gesù, dopo aver invocato lo Spirito Santo affinché si svolgesse tutto secondo il Suo ordine e la Sua volontà,  si sono messi all’opera tra i fornelli per preparare la cena per tutti i partecipanti. Taglia, spadella e apparecchia i tavoli che riempiono la sala dove verrà servita la cena, tutto ormai è quasi pronto.

Alle 18.00 ci si riunisce tutti in chiesa per partecipare alla S. Messa presieduta da don Fabrizio Peli, assistente spirituale regionale, e animata dalla corale diocesana. Le mani alzate di ciascuno per ricambiare l’Amore di Dio che ha sedotto la vita. Al termine della Celebrazione Eucaristica ci si accinge a vivere un roveto ardente per intercedere  su tutto il Rinnovamento nello Spirito Santo e sul nuovo anno pastorale che sta per iniziare.  Con il cuore colmo di certezze per le parole che il Signore ha riservato ai presenti (Gv 11,38 Gl 2,2  Is 31,5) si va tutti a tavola a gustare la cena.

L’evento conclusivo di questa giornata è condotto dai giovani che mettono in scena lo spettacolo di evangelizzazione intitolato “Puzzle”. Attori , musicisti, disegnatori inscenano la storia di una ragazza che guarda ai momenti della sua vita, compresi quelli che a causa del peccato l’hanno allontanata da Dio, facendole perdere il senso della sua esistenza, un combattimento interiore tra bene e male che si conclude con l’invocazione all’aiuto di Dio che la conduce ad accettare ogni pezzo del puzzle compresi quelli ancora sconosciuti,  ma pur sempre un dono.

Una giornata colma di grazia che ha visto uniti i pezzi del “puzzle”  della Chiesa tenuti insieme dall’amore per il Signore per portare avanti la sua missione, quella di annunciare il vangelo e sotto l’azione dello Spirito Santo a tutti non resta che proseguire il cammino.

Buon Viaggio con Gesù.

Grazia Locantore

Io, tu, noi… la comunità!

Prima della pausa estiva, come ogni anno, la comunità del CmdG si riunisce per trascorre un tempo di grazia insieme. Quest’anno sono state le alture del Trentino a far da cornice ai tre giorni trascorsi in sua compagnia e in comunione tra fratelli, proprio come richiama la parola dell’evangelista: “Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli” (Gv 6,3), nella dimora della Magnifica Comunità di Sottosoglio a Folgaria, per riflettere insieme sul tema centrale del ritiro: “Costruiamo la comunità!

Tutto ha inizio venerdì 7 Luglio giorno in cui il popolo si è messo in viaggio per raggiungere il monte, un meraviglioso panorama montuoso. Dopo essersi accolti reciprocamente con gioia e aver suddiviso gli spazi e compiti, nella “baita-chiesa”, come ogni venerdì, la comunità ha vissuto la consueta Preghiera Comunitaria Carismatica, per poi concludere la serata festeggiando la ricorrenza di due compleanni!

Un dolce risveglio ha aperto la giornata di sabato con tutte le attività previste. Padre Marcello Mattè, cappellano del carcere della Dozza, che ha presieduto la Celebrazione Eucaristica e ha ricordato ai presenti che la gioia di Dio è vedere un popolo che Lo riconosce come Dio e Signore e Lo loda nella gioia, «Voi _ ha detto padre Mattè_oggi siete la gioia di Dio!»

Al termine della S. Messa viene consegnato il “rotolo profetico” ovvero la raccolta di tutte le Parole che nel corso del anno il Signore ha consegnato alla comunità durante le  PCC. Un vero e proprio discorso d’amore che Dio, di settimana in settimana, ha fatto al CmdG, guidandolo nelle situazioni che si trovava ad affrontare, proprio come un Padre amorevole. È tempo di pausa tra momenti di convivialità tra chitarre, canti, balli e fornelli all’opera.

Dopo la siesta si riparte con i lavori pomeridiani, la “sacra baita” trasformata nella scuola di Gesù,  innalzando la lode per aprire i cuori. Ad introdurre il momento mistagogico sono state le parole di Gesù nell’ultima cena (Gv 17, 1-26) momento in cui Gesù ha la consapevolezza di avere le ore contate e raccomanda i sui discepoli al Padre, poi offre il suo sangue come vino versato e la sua carne come pane spezzato per il bene di tutti,  stipulando l’alleanza eterna. Inforcati gli occhiali comunitari ognuno ha richiamato al suo cuore la volontà di Gesù di costituirci comunità e di averci voluti insieme,  rivedendo il senso di appartenenza e il valore di condividere gioie e dolori di ognuno,  l’ accettarsi nonostante le diversità.  A suggellare questi principi ogni fratello e sorella della comunità sotto la croce ha detto il suo si comunitario,  portando nuovamente se stesso e tenendo fra le mani il resto della comunità come perla preziosa.

Il pomeriggio prosegue con una passeggiata lungo i sentieri conducendoci davanti ad una ruscello zampillante,  lavati,  rinnovati e rinfrescati  ci si prepara agli eventi serali.

I protagonisti questa volta sono  gli “Asinelli di Gesù” di cui in giorni ricorre il quinto compleanno, chiamati nel 2012 dalle parole di Matteo 21,  2-9 e Michea 12, 3b. Loro per i grandi diventano così attori,  musicisti e  ballerini rappresentando alcuni eventi della vita di Gesù. Poi di corsa davanti al mega schermo che ha visto proiettati spezzoni di vita insieme vissuti in questi anni intervallati dai messaggi di auguri da parte degli adulti. È giunta l’ora dei regali e delle candeline da spegnere sulla torta.  La serata si è conclusa con un video che ha ricordato anche ai grandi i momenti ed eventi importanti avvenuti nella comunità durante l’anno. Con il volto sorridente e il cuore colmo di gioia nel vederci crescere insieme nella fede tutti a nanna dandosi appuntamento all’indomani…

La Domenica, giorno del Signore, un  altro momento mistagogico ha aperto la giornata con uno sguardo all’esterno ovvero la comunità nel contesto più ampio della Chiesa rivolta al mondo. La comunità vissuta nell’Ecclesialità avendo il fine proprio di annunciare il Vangelo mediante la luce di Cristo che splende sui propri volti. Un solo corpo che si ciba di un solo pane, in unità con tutti i pastori, stando insieme,  mettendo ogni bene in comune, esercitando l’apostolato nei contesti di vita quotidiana, secondo il carisma fondante. Il Rinnovamento definito da Papa Francesco “corrente di grazia” ha lo scopo di vivere e testimoniare gioiosamente la Vita Nuova in Cristo così da rinnovare tutta la Chiesa. A noi il compito di essere una comunità che ravvivando colori ovvero il carisma degli altri si pone a servizio dei più deboli. Al termine del momento formativo tutti di corsa a vivere ciò che è stato annunciato, quindi a avvivare i colori del mondo,  a mettersi a servizio dei bisognosi, per portare a tutti il lieto annuncio.

 

Essendo un solo corpo che si ciba di un solo pane  la comunità si dirige in paese per la celebrazione Eucaristica, con la comunità locale, nel Santuario Madonna delle Grazie. Non è mancata la passeggiata tra i vicoletti del centro e poi tutti a tavola per il pranzo domenicale.

Ormai il tutto volge al termine manca poco per scendere dal monte,  le ultime ore trascorrono in una costruttiva e partecipe condivisione di esperienze vissute in queste giornate,  un riepilogo di tutto ciò che si è fatto nell’anno trascorso e nei propositi per quello futuro, affidando tutto all’opera dello Spirito Santo si torna giù dalla montagna.

Nella fede in Cristo Gesù…buona estate 2017 a tutti!

Grazia Locantore

Repetita Iuvant!

Mentre le aule delle scuole hanno chiuso i battenti concedendo agli studenti la pausa estiva alla scuola di Gesù si continua a seguire le lezioni. Il Maestro non va mai in vacanza segue i suoi discenti al mare, in montagna, ovunque vadano. Così come ogni insegnante suggerisce al suo studente il famoso “libro delle vacanze” Gesù sollecita i suoi discepoli ad allenarsi continuamente nella lettura del Suo libro tanto da renderci studenti “modello”. I suoi allievi hanno deciso di fare un ripasso di una delle Sue più importanti materie ovvero “La Preghiera Comunitaria Carismatica” e i suoi sviluppi, ribadendone le fasi principali. Si parte dal momento di Lode iniziale, fondamentale per l’apertura dei cuori alla presenza di Gesù, lodarlo in primis per quello che è e poi per quello che fa, riconoscerlo come unico Signore, salvatore che compie prodigi nella vita di ognuno, importante ai Suoi occhi il sacrificio della lode ovvero riconoscerne la regalità nonostante gli affanni quotidiani, lo sconforto, le avversità. Con i cuori aperti si procede all’invocazione dello Spirito Santo, il chiedere il dono dei doni fondamentale per configurarci a Cristo, aiuto nella maturazione della fede, lo Spirito Santo è sorgente di ogni dono, elargisce i carismi che vanno messi a disposizione della comunità per la sua edificazione, riconduce a Pentecoste in cui i discepoli parlavano in altre lingue e profetavano. Segue il momento profetico accogliendo il messaggio divino, una proclamazione preceduta da discernimento e seguita dall’adempimento della Parola donata, attuazione del messaggio elargito (gioia, penitenza, intercessione sono solo alcuni esempi). La preghiera prosegue con un momento di intercessione per persone, eventi ed avvenimenti e con un momento in cui si rende grazie al Signore per tutto il Suo operato e per tutto ciò che continuerà ad operare.

Come ogni scuola che si rispetti anche in quella di Gesù arriva il momento della ricreazione, dolci e frutta ridanno la carica per riprendere i lavori. Come ogni docente richiama all’ordine i suoi studenti anche Gesù lo fa con i suoi discepoli ricordandogli che la PCC è una preghiera con conducente, ovvero guidata dallo Spirito Santo che esige un ordine, ognuno però deve sentirsi parte attiva, partecipe e non solo uditore. Attenzione a non uscire “fuori traccia” ad avere occhi, orecchie e cuore attento, affinché il Maestro continui il suo programma permettendo ai discepoli di arricchirsi nel cammino.

Grazia Locantore